Zanoni Arturo, nasce a Verona il 3 aprile 1895. Di mestiere contadino, risiede a Grépiac – Alta Garonna (Francia) ed è coniugato con Otilia Reschitz. Viene arrestato a Vernet – dipartimento dell’Ariège – Occitania (Francia) il 30 giugno 1944. Su disposizione della Sipo di Bordeaux – Francia – (Sicherheitspolizei – Polizia di Sicurezza), viene deportato nel Campo di concentramento di Dachau. All’arrivo, il 28 agosto 1944, gli viene assegnato il numero di matricola 94098 e viene classificato come deportato per motivi precauzionali (SCH – Schutzhäftlinge). Viene liberato a Dachau.
Note: deportato immatricolato come prigioniero spagnolo.
Fonti: Archivio Aned Verona, Archivio Tibaldi, Morse – Landé, Arolsen.
Documenti tratti da The Arolsen Archives online collections – 10376307 / Zanoni Arturo (Dachau).

Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona) – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.
19 marzo 1967
Muore Arturo Zanoni
Nato il 3 aprile 1897 (o 1895) a Marcellise (VR), Arturo Zanoni abbraccia fin da molto giovane gli ideali del socialismo. Lavora come fuochista nelle ferrovie, venendo esentato dal servizio militare nel primo conflitto mondiale, e dopo la scissione di Livorno aderisce al Partito Comunista. Nel ’23 la situazione diventa pericolosa nella sua città natale e si sposta a Gorizia, ma anche qui viene ben presto licenziato a causa delle sue opinioni politiche. Emigra dunque in Argentina, dove si sposa, fino a che è espulso dal Paese per aver organizzato un movimento insurrezionale fra i ferrovieri: Zanoni sbarca dunque in Spagna, a Vigo, nel ’33, e qui viene nuovamente arrestato. Nel ’36 scoppia la Guerra Civil e Arturo Zanoni non si tira indietro, combattendo nelle Brigate Garibaldi come comandante di brigata.
Al termine del conflitto, ripara in Francia con la famiglia, la moglie Otilia Reschitz e i due figli, e ciò che resta delle Brigate Internazionali, ma qui è internato in un campo di concentramento. Un anno più tardi, nel ’40, la Germania nazista invade e conquista rapidamente la Francia, che viene divisa fra il controllo diretto nel nord e il regime collaborazionista di Vichy nel sud: nel 1942 Zanoni è trasferito a Dachau, ma riesce a sopravvivere fino al termine del conflitto. Torna dunque, finalmente, in Italia, dove ricoprirà ruoli apicali nel sindacato dei ferrovieri, partecipando alla vita politica prima nel PSI e poi nel PSDI.
Muore a Roma il 19 marzo 1967.