L’ANED, Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, nasce nel secondo dopoguerra per riunire i deportati sopravvissuti allo sterminio nazista e i familiari dei deceduti nei Lager. Questi sentirono l’urgenza di ritrovarsi per organizzare forme concrete di aiuto, solidarietà e sostegno, diffondendo la conoscenza della deportazione tra le giovani generazioni e promuovendo gli ideali di libertà, democrazia e pace.
Dal 1945 al 1957 nacquero, nelle principali città del centro-nord (Milano, Torino, Verona, Udine, Roma), dei gruppi locali i cui rappresentanti, nel 1957, durante il Congresso che si tenne a Verona, decisero di creare un’associazione nazionale: nacque così l’ANED. Il primo presidente dell’ANED nazionale fu Piero Caleffi (1901-1978) al quale subentrò Gianfranco Maris, deceduto nel 2015 a cui successe l’attuale Presidente, Dario Venegoni.
L’ANED è un’associazione senza fini di lucro, eretta Ente morale con decreto del presidente della Repubblica italiana il 5 novembre 1968, che vive del contributo volontario dei suoi aderenti e degli amici. Pubblica un giornale, “Triangolo Rosso”, spedito a soci e abbonati, che esce di norma 4 volte l’anno. Dal 2014 “Triangolo rosso” è visitabile anche sul sito Aned che sta curando la scannerizzazione dell’intera raccolta, fin dai primi numeri, sulle cui pagine troviamo firme prestigiose della storia, della letteratura, dell’etica, della politica.
L’ANED cura inoltre la pubblicazione di studi e ricerche sulla deportazione e aggiorna periodicamente l’edizione di alcune mostre fotografiche.
Dalla sua creazione fino al congresso di Milano del 12-14 ottobre 2012, l’iscrizione all’ANED era riservata a ex deportati e familiari di ex deportati; a partire da questa data, invece, una modifica statutaria ha esteso la possibilità di adesione anche a tutte le persone che esplicitamente aderiscano alle finalità e ai valori promossi dall’ANED.
Secondo lo Statuto, gli scopi dell’ANED sono:
- “Riunire in fraterna solidarietà i deportati italiani e i familiari dei caduti;
- Avviare a concreta realizzazione il testamento ideale dei caduti;
- Valorizzare in campo nazionale e internazionale il grande contributo dei deportati alla causa della resistenza e affermare gli ideali perenni di libertà, di giustizia e di pace.”
L’associazione inoltre “considera suo dovere far conoscere la storia della deportazione soprattutto ai giovani, ai quali è affidata la difesa della libertà e della democrazia.”

Il “Giuramento di Mauthausen”
Il 16 maggio 1945, in occasione del rimpatrio del primo contingente di deportati, quello sovietico, si tenne sul piazzale dell’appello una grande manifestazione antinazista, al termine della quale fu approvato il testo di questo appello, noto come il “Giuramento di Mauthausen“.
“Si aprono i portoni di uno dei campi più duri e sanguinari: il campo di Mauthausen. Torneremo in tutte le direzioni nei nostri Paesi liberati dal fascismo. I prigionieri liberati – fino a ieri minacciati di morte dalle mani dei boia della bestia nazista – ringraziano dal profondo del cuore le nazioni alleate vincitrici per la liberazione e salutano tutti i popoli al grido della libertà riacquistata.
La permanenza per tanti anni nei lager ha approfondito in noi la comprensione per i valori della fratellanza tra i popoli.
Fedeli a questi ideali giuriamo, solidali e unanimi, di continuare la lotta contro l’imperialismo e l’incitamento all’odio nazionale. Così, come il mondo è stato liberato dalla minaccia della supremazia hitleriana con uno sforzo comune di tutti i popoli, dobbiamo considerare questa libertà conquistata come un bene comune di tutti i popoli.
La pace e la libertà sono le garanzie della felicità dei popoli e la ricostruzione del mondo su nuove basi di una giustizia sociale e nazionale è l’unica via per una collaborazione pacifica tra gli stati e i popoli. Noi vogliamo, adesso dopo aver riconquistato la nostra libertà e dopo la lotta per la libertà delle nostre nazioni, conservare nella nostra memoria la solidarietà internazionale del lager e trarne i seguenti insegnamenti:
Percorreremo una via comune, la via della libertà indivisibile di tutti i popoli, la via del rispetto reciproco, la via della collaborazione per questa opera che è la ricostruzione di un mondo nuovo, giusto e libero per tutti.
Ci ricorderemo per sempre con quali sacrifici enormi e di sangue di tutte le nazioni questo nuovo mondo è stato conquistato.
In memoria del sangue versato di tutti i popoli, in commemorazione dei milioni di fratelli uccisi dal nazifascismo giuriamo che non lasceremo mai questa via. Sulle fondamenta sicure di una società internazionale vogliamo erigere il più bel monumento per i soldati caduti per la libertà: IL MONDO DELL’UOMO LIBERO.
Ci rivolgiamo a tutto il mondo con il grido: aiutateci in questo lavoro!
Viva la solidarietà internazionale!
Viva la libertà!” .