Deportati come prigionieri di guerra

Deportati a cui venne assegnata la categoria di Kriegsgefangene (prigioniero di guerra).

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, oltre 730.000 soldati italiani furono fatti prigionieri dai loro ex alleati e deportati in campi d’internamento (Stalag / Offlag) del Terzo Reich. Tutti questi militari vennero catalogati come prigionieri di guerra (Kriegsgefangenen).

Dal 20 settembre 1943, su ordine diretto di Hitler, venne mutato lo status di prigionieri di guerra in quello di “Italienische Militär-Internierten” – Internati Militari Italiani (I.M.I.) – non consentendo loro di poter usufruire del trattamento previsto dalla Convenzione di Ginevra per i prigionieri di guerra. La condizione di IMI, non contemplata dal trattato ginevrino, impedì ai nostri connazionali di ricevere ogni tipo di assistenza dalla Croce Rossa.

Solo a una piccola parte di questi militari, già trasferiti in campi di concentramento (Konzentrationslager), venne lasciata la categoria di prigioniero di guerra (ovviamente solo sulla carta, senza nessun privilegio).

Adami Alfonso Giacomo
Anselmi Cornelio
Ceretta Mario
Consolini Pellegrino
Cordioli Giuseppe
Dal Pont Ambrogio
Frigotto Erminio
Gambini Bruno
Lorenzetti o Lorenzetto Adino o Addino
Martinelli Primo
Paggiola Bruno
Selmo Eugenio
Spinelli Cristoforo
Trevisani Angiolino
Venturelli Luigi
Vesentini Marcello
Zampieri Attilio