Il Vaticano, a partire dal 1939, sollecitato dai parenti dei soldati o dei civili dei quali si erano perse le tracce a causa della guerra, allestì un ufficio allo scopo di raccogliere più informazioni possibili sulle persone scomparse.
Tutti i cittadini italiani che non avessero più avuto notizie di un proprio caro, potevano far richiesta di ricerca inviandola a Roma, presso l’Ufficio Informazioni Vaticano.
Le richieste venivano spedite ai rappresentanti pontifici all’estero (nunzi, delegati e vicari), che avevano organizzato uffici informazioni simili a quello già esistente in Vaticano.
Questi ricevevano le schede di ricerca e ogni quindici giorni rispedivano il tutto alla Santa Sede con le informazioni trovate.
Questa organizzazione permise di raccogliere un’enorme quantità di dati sui prigionieri di guerra. Una immensa mole di materiale che fu depositata nell’Archivio Segreto Vaticano.
Schede di ricerca dell’Archivio Segreto Vaticano riferite ai veronesi deportati (su un totale di 2.100.000 schede in formato digitale – allegate ai volumi di F. Di Giovanni, G. Roselli – Inter arma caritas. L’Ufficio informazioni vaticano per i prigionieri di guerra istituito da Pio XII – 1939/1947).