Stevano Raffaello, figlio di Giovanni e Dorina Bignotto, nasce a Trevenzuolo (Verona) il 7 marzo 1926. Celibe è di mestiere pavimentista. Partigiano, viene arrestato dai nazifascisti a Verona il 12 settembre 1944. Detenuto, prima nella caserma delle Camicie Nere nei pressi del Teatro Romano (sede dell’Ufficio Politico Investigativo – U.P.I.) e poi presso il Palazzo INA (sede del Comando Generale SS e Polizia di Sicurezza – Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des Sicherheitsdienst / B.d.S Italien). Viene successivamente trasferito nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). Su disposizione del BDS di Verona (Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des Sicherheitsdienstes – Comandante della Polizia di Sicurezza e Servizi di Sicurezza), viene deportato nel Campo di concentramento di Flossenbürg il 19 gennaio 1945 (trasporto n° 118). All’arrivo, il 23 gennaio 1945, gli viene assegnato il numero di matricola 43740 e viene classificato come deportato per motivi politici (POL – Politisch). Il 5 febbraio 1945 viene trasferito a Ring-Saal Donau (campo satellite di Flossenbürg). Viene poi trasferito a Dachau il 9 aprile 1945. Arrivato il 24 aprile 1945, gli viene dato il numero di matricola 159778 e gli viene assegnata la categoria di deportato per motivi precauzionali (SCH – Schutzhäftlinge). Viene liberato a Dachau.
Note: rimpatriato il 13 giugno 1945. Morto a Chievo (frazione di Verona) dopo il rimpatrio il 28 ottobre 1945.
Fonti: Archivio Aned Verona, Archivio Tibaldi, Venegoni, Libro dei Deportati, Spaziani, NARA – Washington, Gazzetta Ufficiale, Morse – Landé, Arolsen.
Documenti tratti da The Arolsen Archives online collections – 11016287 / Stevano Raffaello (Flossenbürg).
