Spaziani Gracco

Spaziani GraccoSpaziani Gracco, figlio di Fabio e Stocchetti Eloisa, nasce a Lonigo (Vicenza) il 18 maggio 1884. Di mestiere avvocato, è coniugato con Giuseppina Sardini e padre di quattro figlie e un figlio. Risiede a Isola della Scala. Viene arrestato a Isola della Scala (Verona) il 22 novembre 1944, detenuto a Verona e poi trasferito nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). Su disposizione della Sipo di Verona (Sicherheitspolizei – Polizia di Sicurezza), viene deportato nel Campo di concentramento di Mauthausen l’8 gennaio 1945 (trasporto n° 115). All’arrivo, l’11 gennaio 1945, gli viene assegnato il numero di matricola 115834 e viene classificato come deportato per motivi precauzionali (SCH – Schutzhäftlinge). Muore a Mauthausen il 9 febbraio 1945.

Note: schedato in CPC (Casellario Politico Centrale – schedario dei sovversivi).

Fonti: Archivio Aned Verona, Archivio Tibaldi, Venegoni, Libro dei Deportati, Gazzetta Ufficiale, NARA – Washington.


BIOGRAFIA

Nato a Lonigo il 18/5/1884, studia al liceo classico di Verona e si laurea in giurisprudenza all’Università di Bologna. Dal 1909 al 1919 è segretario comunale a Correzzo e fino al 1923 a Casteldario, (Mantova). Si innamora e sposa Giuseppina Sardini, figlia di contadini: insieme hanno quattro figlie e un figlio.

La passione politica fin da giovanissimo, lo spinge nel 1913 a iscriversi al Partito Socialista. Durante la Prima Guerra rischia il deferimento al Tribunale Militare per ‘disfattismo’: al macabro passaggio di un soldato del paese, condannato a morte per ritardato rientro dalla licenza e costretto a sfilare con la cassa da morto accanto, il segretario comunale da solo aveva gridato contro quell’assassinio.

Manifesta subito la sua opposizione all’ascesa di Mussolini. Le squadre fasciste in azione anche a Casteldario sistematicamente lo minacciano e osteggiano, fino a che, dopo la vittoria di Mussolini, nel dicembre del 1923 viene allontanato dall’impiego. Torna al paese paterno di Isola della Scala dove apre lo studio di avvocato, esercitando in modo coerente ai suoi ideali. Anni difficili, di miseria nei quali difende gratuitamente tanta povera gente, la sola che si presenta a causa delle note idee politiche, guadagnando, oltre alla stima, solo qualche alimento.

Nel 1926 subisce il primo ‘fermo preventivo’: tre giorni in carcere per un viaggio di Mussolini nel Veronese. Nel 1930 nuovo arresto: la polizia sequestra ‘stampa sovversiva e clandestina’ tra cui “Idee sociologiche e politiche di Dante, Nietzsche e Tolstoj” e “Gli orrori del militarismo” di Lev Tolstoj… Dal carcere di Verona è trasferito a Udine, denunciato al Tribunale Speciale per appartenenza al disciolto partito comunista insieme ai fratelli, Leonida e Elio. Liberato per insufficienza di prove dopo tre mesi, è schedato nel Casellario Politico Centrale e diffidato ‘a non associarsi a sovversivi e a disinteressarsi completamente di politica’. Da allora la sua abitazione è costantemente soggetta a perquisizioni.

Pochi giorni dopo l’occupazione tedesca, il 26 settembre 1943 partecipa coi fratelli a una riunione di antifascisti di Verona per organizzare un movimento clandestino di opposizione politico-militare contro nazisti e fascisti: il primo nucleo della Resistenza veronese, disgregato dagli arresti.

Nella primavera del 1944 riunisce rappresentanti di tutti i partiti politici e fonda il Comitato di Liberazione Nazionale di Isola della Scala, che fa capo alla Brigata partigiana “Anita”, in contatto con la missione militare RYE, collegata alle forze armate anglo-americane. Svolge attività di propaganda, raccolta fondi, aiuto ai prigionieri alleati e alle famiglie dei perseguitati. Spaziani ne è il riferimento ideale per tutto il basso veronese. L’intero gruppo viene arrestato in seguito ad una delazione.

Il 22 novembre militi della Brigata Nera irrompono nella casa dell’avvocato e lo arrestano insieme al figlio minore Fabio. Con altri nove membri del Comitato viene condotto al vicino comando tedesco. Detenuto per alcune settimane a Verona, prima presso la Brigata Nera e poi nella sede delle SS, subisce interrogatori e torture. Trasferito al campo di concentramento di Bolzano, il 2 gennaio 1945 scrive l’ultima lettera alla famiglia. Deportato a Mauthausen, con il braccio ormai in cancrena per le sevizie subite, il 9 febbraio finisce nella camera a gas.

Dopo la Liberazione è proclamato primo Sindaco di Isola della Scala alla memoria.

Massimo Valpiana / Gracco Spaziani

ANED sezione di Verona


Spaziani Gracco CPC
Foto del Casellario Politico Centrale

Documenti tratti da The Arolsen Archives online collections – 1289950 / SPAZIANI GRACCO (Mauthausen).

Registro decessi Mauthausen - Gracco Spaziani
Registro dei decessi del KL di Mauthausen in The Arolsen Archives online collections – 1289950 / SPAZIANI GRACCO (Mauthausen).
spaziani gracco per instagram1
Pietra d’inciampo posata il 31 maggio 2021 a Isola della Scala (Verona) in ricordo di Gracco Spaziani

Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona)  – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.

gracco spaziani memoria quotidiana

18 maggio 1884
Nasce Gracco Spaziani


“Fai sapere a mia moglie e ai miei figli che non rimpiangano quel che ho arrischiato, che non rimpiangano nulla; sono vissuto, ho lottato e morirò per il mio ideale.”
Nato a Lonigo (VI) il 18 maggio 1884, laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna, dal 1909 al 1919 è segretario comunale a Correzzo (Vr), dove sposa Giuseppina Sardini, con cui avrà quattro figlie e un figlio.
Iscritto al Partito Socialista dal 1913, si dichiara contrario alla guerra, rischiando di essere deferito al Tribunale Militare.
Nel ‘22 arrivano anche a Casteldario (MN), di cui è intanto diventato Segretario Comunale, le prepotenze dei fascisti, che lo minacciano di morte. Nel dicembre del ‘23, allontanato dall’impiego per le sue idee politiche, torna al paese paterno di Isola della Scala (VR), dove apre lo studio di avvocato.
Nel ‘26 subisce un primo ‘fermo preventivo’ e nel ’30 è denunciato al Tribunale Speciale insieme ai fratelli, Leonida e Elio. Liberato dopo tre mesi di carcere duro a Udine per insufficienza di prove, è schedato nel Casellario Politico Centrale e diffidato ‘a disinteressarsi completamente di politica’.
Poco dopo l’occupazione tedesca, partecipa con i fratelli a una riunione per organizzare il primo nucleo della Resistenza veronese. Nella primavera del ‘44 fonda il CLN di Isola della Scala, di cui fa parte fino a quando l’intero gruppo viene arrestato, su delazione, il 22 novembre dalla Brigata Nera. Con altri nove membri del CLN e il figlio minore Fabio, è detenuto a Verona da Brigate Nere e SS, subendo interrogatori e torture, prima di essere deportato nel campo di concentramento di Bolzano e poi a Mauthausen dove, con un braccio ormai in cancrena per le sevizie subite, il 9 febbraio è avviato alla camera a gas.
Il 25 aprile ’45 alla Liberazione è proclamato alla memoria primo Sindaco di Isola della Scala, dove gli è intitolata la via principale.
Pochi giorni dopo, la moglie Giuseppina, che con lui aveva sofferto e sopportato oltre vent’anni di persecuzione, interviene pubblicamente quando un capo locale delle brigate nere stava per essere giustiziato per fucilazione, “Basta! Fermi! Non vogliamo più morti”. La sua autorevolezza era tale che i partigiani ubbidirono.
Il 30 maggio 2021 è stata posata la pietra d’inciampo a Isola della Scala.
Si ringrazia la nipote Tiziana Valpiana, vicepresidente ANED, per il testo.