Perotti Berto, figlio di Arturo e Beatrice Pighi, nasce a Verona il 5 febbraio 1911. Di mestiere insegnante, viene arrestato a Milano il 6 novembre 1944. Viene poi deportato da Verona il 14 febbraio 1945 al Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). All’arrivo, gli viene dato il numero di matricola 9589 e viene assegnato al Blocco D. Viene liberato a Bolzano il 1° maggio 1945.
Fonti: Archivio Aned Verona, Venegoni.
Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona) – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.
26 giugno 2005
Muore Berto Perotti
Berto Perotti nasce a Verona il 5 febbraio 1911 in una famiglia di idee democratiche e socialisteggianti: il padre Arturo è schedato nel Casellario politico centrale e inviato al confino. Crescendo, anche Berto matura gli stessi ideali del padre, fatto questo che gli impedisce di intraprendere la carriera accademica dopo la laurea in Lettere a Padova, in quanto rifiuta di prendere la tessera del PNF. Tenta perciò di emigrare in Francia e in Svizzera, ma con scarso successo, dovendo ripiegare sulla Germania nazista nel ’37. Qui entra in contatto con gli ambienti antinazisti ed è molto colpito dai pogrom contro gli ebrei della Notte dei Cristalli (WikiANED 10 novembre), di cui testimonierà in un libro anni più tardi.
Alla destituzione di Mussolini, Perotti rientra a Verona e diventa membro attivo della Resistenza cittadina, facendo parte del terzo CLN cittadino. Nel ’44 viene fermato due volte, la prima a Vercelli, ma viene rilasciato, la seconda il 6 novembre, a Milano, quando durante una sparatoria è ferito ad una mano ed è arrestato da SS italiane. Rinchiuso prima a Monza, poi a San Vittore e infine trasferito a Verona: da qui Berto Perotti è deportato a Bolzano, dove rimane, per l’impossibilità di organizzare nuovi convogli per i lager d’oltralpe a causa dei bombardamenti alla linea ferroviaria, dal febbraio ’45 fino alla liberazione del campo il 1° maggio.
Dopo la guerra è assessore nella prima giunta veronese e continua a militare nel PCI fino all’invasione sovietica dell’Ungheria del ’56. Nel frattempo insegna prima alle superiori e poi Lingua e letteratura tedesca all’Università di Verona fino al 1975.
Voce fondamentale della memorialistica resistenziale e concentrazionaria, è stato presidente onorario dell’ANPPIA e decano dell’ANPI.
Berto Perotti muore il 26 giugno 2005, all’età di 94 anni. Oggi la sala conferenze della sede veronese dell’ANPI e dell’Istituto Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea porta il suo nome.