Pasa Aura o Aurelia, figlia di Attilio e Luisa Giacobbi, nasce a Mel (Belluno) il 17 ottobre 1907. Partigiana combattente del battaglione “Montanari”, viene arrestata a Verona l’11 ottobre 1944. Deportata da Verona il 28 ottobre 1944 nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). All’arrivo, gli viene dato il numero di matricola 5657 e viene assegnata al Blocco F. Liberata il 29 aprile 1945.
Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona) – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.
17 ottobre 1907
Nasce Aura Pasa
Aura (Aurelia) Pasa nasce a Mel, in provincia di Belluno. Figlia di Attilio, scrittore, professore ed ispettore capo delle scuole di Verona, segue il padre trasferito nella città scaligera. Diplomata nella Reale Accademia delle Belle Arti di Venezia, insegna disegno in istituti inferiori e superiori. Liberale e democratica, dal settembre 1943 inizia la sua attività di partigiana combattente nelle file del battaglione “Montanari”. La sera del 25 novembre 1943 è arrestata dalla polizia federale, accusata di aiuto a prigionieri alleati. Rilasciata dopo alcune ore, essendosi il cognato Prof. Nino Dean addossato ogni responsabilità, continua la sua attività, iniziando nell’agosto ’44 il suo lavoro di collegamento con la montagna al comando di “Fiorello”. Il 12 ottobre è arrestata e, dopo 8 giorni di interrogatori, viene consegnata alle SS germaniche con l’accusa di essere ‘antifascista, antitedesca e staffetta della divisione Pasubio’ e rinchiusa in una cella sotterranea. Il 28 ottobre viene trasferita al campo di concentramento di Bolzano, ove rimane fino al 29 aprile ’45.
Anche per lei la prigionia fu una dolorosa sconvolgente esperienza di cui non volle mai parlare. Quando andò a reclamare la sua cattedra d’incaricata, si sentì rimproverare di essersi impicciata di politica e di aver abbandonato la scuola per il lager. Rinunciò all’insegnamento e sposò Mirto, colui che per lei aveva trepidato.
Molti anni più tardi, nel 1982, il cognato Giovanni Dean, noto professore e antifascista veronese, marito della di lei sorella Biancarosa, pubblica i disegni che Aura ha realizzato mentre era detenuta, i quali rappresentano un’incredibile e peculiare testimonianza della vita nei campi di concentramento nazisti.
Questi danno di lei l’immagine della donna forte, intelligente, candida e arguta che era.
Segnano le pause nei diuturni patimenti, nella vita stentata del lager.
Si ringrazia per il testo la figlia Giuliana Zampieri.