Domaschi Giovanni

Domaschi GiovanniDomaschi Gio Batta o Giovanni Battista, figlio di Armando e Anna, nasce a Verona il 30 dicembre 1891. Di mestiere meccanico, è coniugato con Prina Gioconda Giuseppa. Viene arrestato e detenuto a Verona, poi trasferito nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). Su disposizione della Sipo di Verona (Sicherheitspolizei – Polizia di Sicurezza). Viene deportato nel Campo di concentramento di Flossenbürg il 5 settembre 1944 (trasporto n° 81). All’arrivo, il 7 settembre 1944, gli viene assegnato il numero di matricola 21762 e viene classificato come deportato per motivi politici (POL – Politisch). Il 7 ottobre 1944 viene trasferito a Kottern-Weidach (campo satellite di Dachau) dove arriva il 10 ottobre 1944. Gli viene assegnato il numero 116381 e gli viene assegnata la categoria di deportato per motivi precauzionali (SCH – Schutzhäftlinge). Muore a Dachau il 23 febbraio 1945 e viene sepolto in fossa comune sul Leitenberg (Lager Friedhof – cimitero del campo di concentramento Dachau-Leitenberg.

Fonti: Archivio Aned Verona, Archivio Tibaldi, Venegoni, Libro dei Deportati, NARA – Washington, Morse – Landé, Gazzetta Ufficiale, Ministero della Difesa, Archivio Segreto Vaticano, Arolsen.

Documenti tratti da The Arolsen Archives online collections – 10852419 / Domaschi Gio Batta o Giovanni Battista (Flossenbürg).

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Documenti di registrazione / effetti personali del KL di Flossenbürg in The Arolsen Archives online collections – 10852419 / Domaschi Gio Batta o Giovanni Battista (Flossenbürg).

Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona)  – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.

giovanni domaschi memoria quotidiana

25 agosto 1944
Giovanni Battista Domaschi è trasferito a Bolzano

Giovanni Domaschi nasce il 30 dicembre 1891 a Verona. Dopo una giovanile esperienza nel Partito Socialista, si lega indissolubilmente alla causa anarchica, diventando un personaggio di spicco dell’anarchismo italiano e di quello veronese in particolare. Lavora nella città scaligera come meccanico di biciclette, tanto da meritare il soprannome di ‘Ciclo’.
Nel 1918 sposa Gioconda Giuseppa Prina, che nonostante nel ‘24 si separino, sarà arrestata dalla polizia fascista il 20 agosto 1944, è deportata a Ravensbrück, dove morirà in data ignota.
Attivo nel sindacalismo di matrice anarchica, nel 1920 fonda con Guglielmo Bravo (WikiANED 22 gennaio) il ‘Gruppo Operaio Comunista’ nel quartiere di Veronetta e già in questi anni, prima dunque dell’avvento del fascismo, inizia a essere colpito dalle persecuzioni poliziesche che segneranno la sua intera, purtroppo breve, esistenza: il primo arresto è datato 1921, per uno scontro a fuoco con alcune squadracce fasciste, la prima condanna arriva invece l’anno successivo per possesso di materiale esplosivo.
Dopo l’inasprimento del regime con le ‘leggi fascistissime’ del ’25, inizia per Domaschi una vera e propria odissea, che lo vedrà recluso, confinato e condannato pressoché continuativamente per oltre quindici anni. Condannato a cinque anni di confino, viene condotto prima a Favignana e poi a Lipari, da cui tenta di evadere, condannato a quindici anni, è rinchiuso in varie carceri.
Considerato fra i detenuti ‘pericolosissimi’, nel 1936, alla scadenza della pena, è nuovamente destinato al confino per cattiva condotta a Ponza, dove lega con Pertini, e poi a Ventotene.
Alla destituzione di Mussolini, Domaschi è nel comitato che chiede la scarcerazione dei prigionieri, ma anche il ‘nuovo’ Stato italiano considera gli anarchici un pericolo, tanto che sono gli unici confinati a non essere liberati, ma solo trasferiti.
Solo dopo l’8 settembre riesce a tornare finalmente libero, ma durerà poco: rientrato a Verona, entra a far parte del II CLN, di lì a poco interamente arrestato. Giovanni Battista viene preso dalle Brigate Nere nel corso di una missione di collegamento con le bande partigiane veronesi. Interrogato e torturato pesantemente dai fascisti è consegnato ai tedeschi e incarcerato agli Scalzi (WikiANED 17 luglio). Il 25 agosto sarà deportato con gli altri componenti del CLN veronese al campo di Bolzano e poi nel lager di Flossenbürg. Trasferito a Dachau, vi muore l’11 febbraio 1945, a soli 53 anni.
A Giovanni Domaschi sono intitolate a Verona una via e la biblioteca del Circolo Anarchico ‘La Sobilla’.