Canestrari Alessandro

canestrari alessandro.jpgCanestrari Alessandro, figlio di Giuseppe ed Elvira Griso Belesai, nasce a Marano Lagunare (Udine) il 10 agosto 1915. Residente a Verona, è coniugato con Eugenia Asson e di mestiere è impiegato. Comandante partigiano del Battaglione Tregnago, viene arrestato da fascisti a Tregnago (Verona) il 21 dicembre 1944 e detenuto presso il Comando delle Brigate Nere (Scuole Sanmicheli). Viene poi consegnato alle SS (Palazzo INA – sede del Comando Generale SS e Polizia di Sicurezza – Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des Sicherheitsdienst / B.d.S Italien) e deportato da Verona al Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen) il 16 febbraio 1945 . All’arrivo, gli viene dato il numero di matricola 9586 e viene assegnato al Blocco G Sarentino. Viene impiegato, prima come capo squadra “lavoratori cavi” (interramento cavi telefonici), e poi presso le gallerie nella costruzione di munizioni. Viene liberato a Bolzano il 1° maggio 1945.

Fonti: Archivio Aned Verona, Venegoni.


Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona)  – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.

ALESSANDRO CANESTRARI MEMORIA QUOTIDIANA

10 agosto 1915
Nasce Alessandro Canestrari

Alessandro Canestrari nasce a Marano Lagunare (UD) poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Studente di pianoforte al conservatorio di Padova, a 21 anni è richiamato per l’arruolamento obbligatorio. Nel ‘39 è mandato a Trento, dove conosce la futura moglie Eugenia Asson.
Dopo vari trasferimenti, fa parte del corpo d’armata che combatte in Africa, partecipando all’assedio di Tobruk e alla prima battaglia di El Alamein.
Rientrato in Italia per licenza matrimoniale, si sposa a Trento il 12 agosto del 1942, per poi essere mandato in Grecia ed in Albania. Rientrato a Verona con i suoi soldati, dopo l’8 settembre prende contatto con la missione interalleata RYE e con il Comitato di Liberazione Nazionale, e, deciso ad opporsi sia alle milizie fasciste e tedesche, entra nella Resistenza, prima nella divisione ‘Pasubio’ e poi nella formazione partigiana ‘Luciano Manara’, assumendo il nome di battaglia ‘Musico’. La moglie Eugenia e la sorella Costanza lo seguono, operando come staffette coi nomi di ‘Sandra’ e ‘Rosa’
Attivo nella zona di Tregnago (VR), si deve a lui il primo atto di sabotaggio che porta all’entrata del movimento della Resistenza nella Val d’Illasi: l’incendio dell’anagrafe di Tregnago.
Arrestato il 20 dicembre del ’44 a Tregnago da militi italiani, è trasferito in varie carceri veronesi e poi condannato a morte, ma la pena è commutata in 30 anni di prigionia. Trasferito al campo di Bolzano, dopo alcuni mesi è caricato con altri prigionieri su un vagone blindato con destinazione Dachau, ma si salva grazie al bombardamento alleato sulla linea del Brennero che impedisce la partenza del convoglio. Resta così a Bolzano, da cui viene poi liberato nel maggio del ‘45.
Insignito di medaglia di bronzo al Valor Militare, dopo la guerra si dedica all’attività politica nella Democrazia Cristiana veronese, venendo anche eletto deputato per quattro legislature fra il ’58 e il ’76 e ricoprendo più volte la carica di sottosegretario.
Muore il 15 febbraio 1996, all’età di 90 anni.