Barbieri Agostino

maschioBarbieri Agostino, figlio di Giuseppina Carletti, nasce a Isola della Scala (Verona) il 30 marzo 1915. Di mestiere pittore e scultore, risiede a Isola della Scala ed è celibe. Viene arrestato a Isola della Scala il 21 novembre 1944. Detenuto a Verona, viene poi trasferito nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). Su disposizione della Sipo di Verona (Sicherheitspolizei – Polizia di Sicurezza), viene deportato nel Campo di concentramento di Mauthausen il 14 dicembre 1944 (trasporto n° 111). All’arrivo, il 19 dicembre 1944, gli viene assegnato il numero di matricola 113883 e viene classificato come deportato per motivi precauzionali (SCH – Schutzhäftlinge). Il 21 febbraio 1945 viene trasferito a St. Aegyd (campo satellite di Mauthausen). Viene poi trasferito a Mauthausen il 4 aprile 1945. Viene liberato dai soldati dell’Esercito americano a Mauthausen il 5 maggio 1945.

Note: Gazzetta Ufficiale riporta come data di nascita anche 15 marzo 1915.

Fonti: Archivio Tibaldi, Arolsen, Venegoni, Libro dei Deportati, Gazzetta Ufficiale, NARA – Washington.

Documenti tratti da The Arolsen Archives online collections – 1345040 / Barbieri Agostino (Mauthausen).

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Documenti di registrazione del KL di Mauthausen in The Arolsen Archives online collections – 1345040 / Barbieri Agostino (Mauthausen).

Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona)  – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.

agostino barbieri memoria quotidiana

30 marzo 1915
Nasce Agostino Barbieri

Nato a Isola della Scala (VR), località già più volte nominata in questo spazio, rimane prestissimo orfano del padre, caduto durante la Prima Guerra Mondiale, crescendo dunque in un contesto poverissimo. Sviluppa un interesse e un talento per la scultura, che in questa prima fase esercita lavorando per le pompe funebri come incisore di lapidi. Grazie a immani sacrifici suoi e della famiglia, riesce a frequentare l’accademia d’arte e a diplomarsi al liceo artistico da privatista.
Richiamato alla leva, partecipa alle spedizioni che nel secondo conflitto mondiale portano l’esercito italiano in Jugoslavia e, soprattutto, in Russia, vivendo la tragica esperienza della ritirata. Tornato in Italia, dopo l’Armistizio inizia a collaborare con la Resistenza e, coinvolto da un commilitone e amico dell’Azione Cattolica, è inserito nella Missione RYE, monitorando per gli Alleati i rifornimenti tedeschi sulla tratta Brennero-Bologna e organizzando le bande partigiane in una vasta area della Pianura Padana. Il 22 novembre ’44, dopo uno scontro a fuoco con le Brigate Nere, le quali necessitano dell’intervento tedesco per avere ragione del manipolo di partigiani, Barbieri è arrestato e condotto a Verona, dove passa anche dal temibile Palazzo INA, sede del comando SS della città nonché di tutte le truppe naziste in Italia. Qui è interrogato e ripetutamente torturato, prima di essere deportato al campo di Bolzano e di lì a Mauthausen. Dopo la quarantena è assegnato al sottocampo di St. Aegid, nel quale rimane fino alla ‘marcia della morte’ che sgombera il campo e lo riporta al principale lager austriaco, dove assiste all’arrivo delle truppe alleate.
Nel dopoguerra, a causa delle sofferenze patite, è costretto ad abbandonare la scultura e si dedica a disegno e pittura: i suoi primi soggetti afferiscono proprio alla sua esperienza di deportazione e vengono esposti nella grande mostra internazionale “Arte e Resistenza 1922-1945” insieme ad opere di Guttuso, Chagall, Picasso e altri grandissimi artisti.
Si stabilisce a Milano, dove conosce la sua compagna, Miranda Briani, e dove rimane fino alla tarda età, quando ripara sul lago di Garda. Muore a Sirmione (BS) il 13 agosto 2006, all’età di 91 anni.


Per Agostino barbieri si veda anche Lager e deportazione – Testimonianze – Agostino Barbieri