Aldrighetti don Lodovico, figlio di Guglielmo e Domenica Tortella, nasce a Bussolengo (Verona) il 24 agosto 1902. Parroco di Soave (Verona), risiede presso la Canonica della Chiesa. Viene arrestato a Soave il 26 settembre 1944 e detenuto presso il Palazzo INA (sede del Comando Generale SS e Polizia di Sicurezza – Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des Sicherheitsdienst / B.d.S Italien). Viene poi trasferito nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen). Su disposizione del BDS di Verona (Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des SD – Comandante della Polizia di Sicurezza e Servizi di Sicurezza), viene deportato nel Campo di concentramento di Dachau il 5 ottobre 1944 (trasporto n° 90). All’arrivo, il 9 ottobre 1944, gli viene dato il numero di matricola 113142, viene classificato come deportato per motivi precauzionali (SCH – Schutzhäftlinge) e viene assegnato al Blocco 26. Viene liberato dai soldati dell’Esercito americano a Dachau il 29 aprile 1945 e rimpatriato il 28 maggio 1945.
Fonti: Archivio Aned Verona, Archivio Tibaldi, Arolsen, Venegoni, Libro dei Deportati, NARA – Washington, Gazzetta Ufficiale, Archivio Segreto Vaticano.
Tratto dal progetto WikiANED–Memoria Quotidiana (autore del progetto promosso da Aned Verona – con il sostegno della Regione Veneto – Dennis Turrin, dottore in scienze storiche, di ANPI Verona e collaboratore ANED Verona) – pubblicato su Instagram di ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.
26 settembre 1944
Viene arrestato mons. Lodovico Aldrighetti
Lodovico Aldrighetti nasce a Bussolengo (VR) il 24 agosto 1902 e, dopo aver conseguito la licenza elementare, entra in seminario, venendo ordinato sacerdote nel 1926. La svolta nella sua vita arriva nel 1940, quando viene nominato parroco di Soave, sempre in provincia di Verona, località nella quale sarà molto apprezzato e in cui resterà fino alla morte, avvenuta nel 1968. Mons. Aldrighetti non partecipò attivamente alla Resistenza, pur condividendone gli obiettivi e gli ideali di libertà, ma rifiutò sempre di piegare la testa: fu probabilmente questo suo temperamento a costargli l’arresto e la deportazione, allorquando non esitò a rimproverare dei militi delle Brigate Nere di fronte al comandante tedesco, attirandosi le ire delle autorità fasciste. Arrestato insieme ad alcuni membri del locale CLN, fu condotto al Palazzo INA, a Verona, ove venne interrogato e destinato alla deportazione: prima tappa Bolzano, seconda ed ultima Dachau, in cui rimase dall’ottobre ’44 fino alla liberazione del campo, il 29 aprile successivo.
Al suo ritorno a Soave, il 28 maggio, fu organizzata una cerimonia ufficiale, nel quale ricevette la festosa accoglienza delle autorità cittadine e, soprattutto, dei suoi parrocchiani.
Documenti tratti da The Arolsen Archives online collections – 9959885 /Aldrighetti don Lodovico (Dachau).
