03.02.2025 – Pietre d’inciampo a Verona per i Martiri di Fossoli

Il 12 luglio 1944, 67 internati politici del campo di concentramento di Fossoli furono fucilati nel poligono di Cibeno.

Erano uomini provenienti da tutta Italia, di tutte le professioni, dai 16 ai 64 anni, fucilati sull’orlo di una fossa comune poi colmata e mascherata. Tanto che il silenzio cadde sul tragico eccidio. Dopo la guerra la stampa dell’Italia liberata diede grande rilievo all’esumazione dei corpi dalla fossa comune, ma per tanti anni non si riuscì a capire il motivo di una tale terribile esecuzione. Né al turbamento per la macabra scoperta è seguita giustizia: i processi iniziati sono stati insabbiati, i fascicoli per anni nascosti nel cosiddetto “armadio della vergogna”.

Su iniziativa di ANED e Fondazione Fossoli nell’80° anniversario della strage sono posate in tutta Italia 67 ‘pietre d’inciampo’, come richiede il progetto del monumento diffuso europeo dell’artista tedesco Gunter Demnig per le vittime del fascismo e del nazismo, nel luogo dell’ultima residenza liberamente scelta da ogni deportato.

In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Verona lunedì 3 febbraio saranno posate 2 pietre d’inciampo per i due martiri veronesi del Cibeno, che, dopo l’esumazione nel primo dopoguerra, ebbero funerali solenni nella Chiesa di Santa Anastasia e riposano nel Cimitero Monumentale di Verona.

Ore 10 Armando Di Pietro in Via Fincato, 9 (già Via Barana, 9)  

Nato a Potenza il 27 maggio 1901. Maresciallo dell’esercito. Coniugato e padre di due figli, risiede a Verona. Militare membro di una rete informativa alleata (“Reseaux Rex”). Nell’ottobre del 1943 si unisce alla brigata partigiana “Verona”, ma viene destinato ai collegamenti fra la Resistenza e le truppe alleate. Il 24 aprile 1944 è arrestato dai fascisti, che lo pedinano da tempo: viene condotto prima a Verona, poi San Vittore e infine, il 9 giugno 1944, al Campo di Fossoli, dove riceve la matricola 1608. Fucilato, è riconosciuto solo grazie al numero di matricola e a una lettera.

A seguire Renato Mancini in Corticella Fondachetto, 3

Nato a Saludeccio (Rimini) il 26 maggio 1914. Maresciallo dell’esercito (nda: le mostrine nella foto sono della Guardia di Finanza). Coniugato e padre di una figlia, risiede a Verona. Militare membro di una rete informativa alleata (“Reseaux Rex”). Arrestato il 22 aprile 1944, viene condotto prima a San Vittore e poi, il 9 giugno 1944, al Campo di Fossoli, dove riceve la matricola 1656. Fucilato, è riconosciuto solo grazie al numero di matricola.


Comune di Verona – Invito posa Pietre d’inciampo 3 febbraio


Pietre d’inciampo – Verona 03.02.2025 – Video L’Arena (Bazzanella)